A UMBERTO SABA

Innanzi ormai e stanco ,
qual compagno sempre,
mi ritrovo un libricino accanto.*
Sfogliato e risfogliato
a tutt’ ore ,
cercando di comprenderne le cose.
M’ è così usuale alla mente

...

da non scordarlo mai;
che la vita mia languente,
dolce di sale sarebbe assai.
Di ch’è scritto,
il fido testo a me sì ansante?
Di che tratta il sì caro amico stimato
conforto e sollievo all’ire mio pesante?
Lo volete sapere? In breve!
Un alto compendio di generose vite,
un’ arca di conoscenze
un certo indirizzo di virtù umane!
Che ve ne pare: non grave?
Sembra cosa frale, di poco assetto;
il breve mio pensier così esposto,
può esserne l’ uguale?
Me , lasso , al limitar dell’ ore,
non è bastato il lungo tempo
a significarne il compiuto valore .
Provateci Voi !
Dal suo poetico cuore consigliatomi,
dalle sue sapienti mani ricevuto,
A chi debbo sì tanto ?
Ve lo dico:
A Lui, nostro poeta invitto,
il pensier mio grato.
Lui, il degno vate di cui v’ ho scritto.

Nevio Mastrociani Bertola 27 settembre 2007