della carovana è la somma
di tutti questi ricordi.
Durante le soste nelle oasi incontrate
durante il cammino, i più vecchi
carovanieri, avvolti nei loro neri barracani,
di notte, quasi per una atavica magia,
entrano in contatto con questa memoria e
ne rivivono i suoi frammenti, nei quali ne
riconoscono alcuni da loro vissuti...
Ecco, in queste poesie , Nevio, rivive
alcuni attimi del suo tempo lontano,
attimi che sono rimasti impressionati
come antiche lastre fotografiche nel suo
inconscio, e nel sentirle declamate nella
nostra mente, riaffiorano gli stessi eventi
che anche noi abbiamo visuto.
Il bambino che cade e riceve
la “sberla curativa” dal padre, che è
spaventato, lo comprendiamo noi, ora, è
lo stesso bambino che siamo stati noi.
Con queste poesie, Nevio ci fa
rivivere momenti di una memoria collettiva
stesse sensazioni, paure, dolori, ansie,
gioie che per un istante sono vivissime,
poi sfumano, lentamente e ritornano nella
memoria della carovana.
Tanti, tanti auguri per i tuoi ottantun
anni, Nevio, sperando che questo mio
incompleto, anche inesatto lavoro ti inviti
a darci ancora l’occasione di guardare
nella nostra memoria.
Giancarlo d’Italia
18 settembre 2011 "