PREFAZIONE

Un filosofo arabo del VIII secolo d.c., ha detto che la vita è una lunga carovana. Non ha inizio, non ha fine, in perenne attraversamento di un illimitato deserto. Ogni cammello porta nella sua memoria il ricordo di tutti gli eventi vissuti, tutte le sensazioni provate; la memoria colletiva

della carovana è la somma di tutti questi ricordi. Durante le soste nelle oasi incontrate durante il cammino, i più vecchi carovanieri, avvolti nei loro neri barracani, di notte, quasi per una atavica magia, entrano in contatto con questa memoria e ne rivivono i suoi frammenti, nei quali ne riconoscono alcuni da loro vissuti... Ecco, in queste poesie , Nevio, rivive alcuni attimi del suo tempo lontano, attimi che sono rimasti impressionati come antiche lastre fotografiche nel suo inconscio, e nel sentirle declamate nella nostra mente, riaffiorano gli stessi eventi che anche noi abbiamo visuto. Il bambino che cade e riceve la “sberla curativa” dal padre, che è spaventato, lo comprendiamo noi, ora, è lo stesso bambino che siamo stati noi. Con queste poesie, Nevio ci fa rivivere momenti di una memoria collettiva stesse sensazioni, paure, dolori, ansie, gioie che per un istante sono vivissime, poi sfumano, lentamente e ritornano nella memoria della carovana. Tanti, tanti auguri per i tuoi ottantun anni, Nevio, sperando che questo mio incompleto, anche inesatto lavoro ti inviti a darci ancora l’occasione di guardare nella nostra memoria.
Giancarlo d’Italia
18 settembre 2011 "