Annuente il Cielo,
il “Vero” oggi celebra il “Ricordo”.
Un monito
squarcia, rimuove il velo.
Palpitano i cuori.
Dal pulpito convèrte il verbo;
ritorte le trame, senno,
misericordia e giustizia risale.
Annuente il Cielo,
il “Vero” oggi celebra il “Ricordo”.
Un monito
squarcia, rimuove il velo.
Palpitano i cuori.
Dal pulpito convèrte il verbo;
ritorte le trame, senno,
misericordia e giustizia risale.
Da Basovizza,” Croci e Bilancia”;
“Pane al pane, vino al vino”,
detto e scritto
ciò ch’è stato, tale e quale.
Storia risale, e ‘l nuir suo onesto:
d’etnia millenaria,
d’Istria e Dalmazia
fu ed è d’italo verbo non questo*.
Che belve umane vili, partigiani di Tito,
liete a soprusi, e spietate
e servili a delatori occulti,
innocenti, ma italiani,
a foibe carsiche fonde*
precipitar incatenati,
fossi* vivi.
Pur d’ estirpar l’italo ceppo,
terrore e furia incorse,
sì ch’abbandonar soccorse
le Giulie Genti,
le natie proprie sponde.
A vita lor, pianto e dolori
compagni a morte,
sradicate, disperse.
Vergogna, orrore
pur se vinti o vincitori.
Il Fato silente,
omerto il dolore, il grido,
d’improprio non conclude.
Quest’oggi riappare,
finì il sonno,
intona il “Vero”:
Ai “Martiri delle Foibe”
- ONORE -
Al Fato, la via del ritorno.