SCHEDE
BIOGRAFICHE PERSONAGGI |
SAVOIA
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STORIA D'ITALIA dei singoli periodi
QUI: Un piccolo casato feudale che ha regnato fino al 1946
LA GRANDE AVVENTURA DEI SAVOIA - DA CARLO ALBERTO A
V. EMANUELE II >
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Signoria di Savoia (1003-1103)
Contea di Savoia (1103-1416)
Ducato di Savoia (1416-1720)
i Savoia (1003-1720)
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UMBERTO BIANCAMANO
Signore 1003 -ca 1047
Capostipite dei Savoia. Origine Sassone Borgognana o Provenzale.
Conte di Savoia dal 1003. Figli, Amedeo I, Aimone. Buscardo, Oddone.
AMEDEO I
Signore - 1047 - 1048 (Conte dal 1047)
Figlio di Umberto I - Sposa Adila (o Adelaide). Figli: Umberto, Aimone (vescovo di Belley).
ODDONE
Conte - 1148 -1057
Figlio di Umberto I. Nel 1051 sposa Adelaide contessa di Torino (erede di Susa, Pinerolo, Auriate) estendendo così il regno al di qua delle Alpi. Muore giovane lasciando la signoria alla moglie e ai figli: Pietro, Amedeo II, Berta, Adelaide.
AMEDEO II
Conte 1057 - 1080
Figlio di Oddone; primo associato al fratello, dal 1078 solo. Sposa Giovanna da Ginevra. Figli Umberto II, Adeaide, e Ausilia.
UMBERTO II
Conte 1080 - 1103
Figlio di Amedeo II, sposa Gisla di Borgogna. Figli: Amedeo III, Guglielmo (vescovo di Liegi), Adelaide (sposa Luigi VI di Francia), Agnese (sposa Arcimboldo conte di Borgogna).
AMEDEO III
Conte 1103 - 1148
Figlio di Umberto II, sposa Adelaide poi Matilde di Albon. Figli: Umberto III, Mafalda (sposa Re Alfonso di Portogallo); Agnese (sposa Guglielmo I conte Genevese). Muore a Cipro nella II crociata.
UMBERTO III
Conte 1148 - 1189
Figlio di Amedeo e di Matilde. Ha quattro mogli. Figli: Alice, Sofia (Sposa Azzo IV d'Este); Tommaso.
TOMMASO I
Conte 1189 -1233
Figlio di Umberto III, sposa Beatrice di Ginevra, poi Margherita di Faucigny). Figli: Amedeo IV, Beatrice (Sposa Raimondo di Berengario); Tommaso II, Pietro II, Filippo I.
AMEDEO IV
Conte 1233 - 1253
Figlio di Tommaso I, sposa Margherita di Vienne, poi Cecilia del Balzo. Figli: Beatrice (sposò Manfredi marchese di Saluzzo, poi Menfredi figlio dell'imperatore Federico II, e fu madre di Costanza); Bonifacio, Beatrice (Contesson).
TOMMASO II
Conte 1253 - 1259
Figlio di Tommaso I. Reggente del nipote Bonifacio, sposa Giovanna di Fiandra, poi Beatrice Fieschi. Figli: Tommaso III (che inizia il ramo Acaia), Amedeo V, Eleonora, Ludovico (che inizia il ramo di Vaud).
BONIFACIO
Conte 1253 - 1263
Figlio di Amedeo IV, sotto la reggenza dello zio e la madre Cecilia, muore ventenne e non lascia figli. Conte di Savoia diventa lo zio Pietro.
PIETRO II
Conte 1263 - 1268
Figlio di Tommaso I, che sposa Agnese di Faucigny. Non ha figli maschi, solo una femmina (Beatrice). Gli succede il fratello, Filippo I.
FILIPPO I
Conte 1268 -1285
Figlio di Tommaso I, sposa Alice di Borgogna, ma non ha figli. I domini passano al nipote Amedeo V.
AMEDEO V
Conte -1285 - 1323
Figlio di Tommaso II, succeduto alla morte dello zio Filippo I. Sposa Sibilla di Bage, poi Maria di Brabante. Dalla prima moglie ha i figli: Edoardo, Aimone, Margherita (sposa Giovanni di Monferrato), Agnese (sposa Guglielmo II di Givevra). Dalla seconda moglie: Caterina (Sposa Leopoldo d'AustriaI, Giovanna (sposa Andronico paleologo imperatore bizantino).
EDOARDO
Conte 1323 - 1329
Figlio di Amedeo V e di Sibilla, sposa Bianca di Borgogna, non ha discendenti maschi, ma solo una femmina, Giovanna che sposa Giovanni III duca di Bretagna. I domini passano al fratello Aimone.
AIMONE
Conte - 1329 - 1343
Figlio di Amedeo, succede al fratello. Sposa Iolanda del Monferrato; ha due figli: Amedeo VI, Bianca (che sposerà nel 1350 Galeazzo II Visconti signore di Milano) e Umberto (che inizia il ramo Arvillars).
AMEDEO VI (Conte Verde)
Conte 1343 - 1383
Figlio di Aimone. Sposa Bona di Borbone. Figli Amedeo VII. Acquisizione di Biella, Cuneo e Santhià, e riunisce il paese del Vaud. E' lui a fondare l'ordine cavalleresco del Collare della SS. Annunziata. Grande condottero, soprannominato Conte Verde.
AMEDEO VII (Conte Rosso)
Conte 1383 -1391
Figlio di Amedeo VI, sposa Bona di Berry. Figli: AMEDEO VIII, Bona, Giovanna (sposa Giangiacomo Paleologo marchese del Monferrato. Il dominio sabaudo dalle Alpi, sbocca al mare, acquistando e annettendo ai suoi domini "piemontesi" la contea di Nizza.
AMEDEO VIII
(Chambery 1383- HGinevra 1451)
Conte 1391 -1416 - Duca 1416-1440
Figlio di Amedeo VII, minorenne succedette al padre. Dalla condizione di Conte, passa nel 1416 a quella di Duca di Savoia per investitura dell'Imperatore Sigismondo. Giovane ma abile politico si adopra sia nel consolidare il potere dei Savoia realizzando l'unione con il Piemonte nel 1418, sia nell'estendere i territori. Allarga così i domini e oltre la conferma dei privilegi già acquisiti, ottiene pure il vicariato della Lombardia .
Dopo aver deposto papa Eugenio IV (era il periodo della "Prammatica Sanzione" di Bourges, con l'atteggiamento antipapale di Re Carlo VII, che diede poi origine alla chiesa gallicana) i riformisti radicali elessero papa Amedeo VIII. Dal 1439 al 1449 Amedeo VIII figura come antipapa col nome di FELICE V.
Rinunciò al fasullo soglio (si dice per favorire l'unità della Chiesa) dove invece vi salì papa Niccolò V.
Incline alla vita religiosa e a quella eremitica, già nel 1434, lasciando luogotenente il figlio Ludovico, Amedeo si era ritirato a Ripaglia presso Ginevra ove fondò l'Ordine di San Maurizio.
Amedeo aveva sposato Claudia di Borgogna dalla quale aveva avuto i figli Maria (che sposerà Maria Filippo Visconti) e LUDOVICO.
Quanto al Ducato, aveva già abdicato a favore Ludovico nel 1440 dopo la nomina a papa.
Dopo il breve periodo d'oro di Amedeo VIII, con i successori ci fu un periodo di decadenza e di soggezione alla Francia, quando i Sabaudi doppiamente divennero parenti del re di Francia Luigi XI; questi sposerà una figlia di Ludovico, e il suo erede Amedeo IX sposerà la sorella di Luigi, Iolanda di Valois - vedi sotto).
Amedeo VIII, il 17 giugno 1430, pubblicò dal castello di Chambery, lo "Statuto Generale", . ("Statuta Sabaudiae") Una promulgazioni di leggi per i vecchi e nuovi territori acquisiti.
Una curiosità:
sedici capitoli di questo statuto sono dedicati al "problema ebraico".
( vedi )
LUDOVICO
Duca 1440 -1465
Figlio di Amedeo VIII. Duca dall'abdicazione del padre. Sposa Anna di Lusignano. Figli: Amedeo IX (l'erede), Ludovico, Margherita, Carlotta (sposa Luigi, poi Luigi XI), Filippo II, Bona (che sposa Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano).
AMEDEO IX
Duca 1465 - 1469
Figlio di Ludovico, sposa Iolanda di Valois, sorella di Luigi XI re di Francia. Infermo, nel 1469, assume la reggenza la moglie che di fatto governa il ducato . Figli Anna (sposa Federico d'Aragona), Filiberto I, Carlo I, Giacomo Ludovico.
FILIBERTO I
Duca 1472 - 1482
Figlio di Amedeo, in minore età fino al 1479, la madre è la reggente. Sposò poi Bianca Maria Sforza ma non ebbe figli.
CARLO I
Duca 1482 - 1490
Figli di Amedeo e fratello di Filiberto. Sposa Bianca di Monferrato. Figli: Iolanda, Ludovica (sposa Filiberto di Savoia), Carlo Giovanni Amedeo.
CARLO GIOVANNI AMEDEO (impropriamente Carlo II)
Duca 1490 -1496
Figlio di Carlo I. In minore età (n.1489) la Madre Bianca ne è la reggente fino alla prematura morte, anno 1496. Non essendoci discendenti, la successione va allo zio Filippo II.
FILIPPO II (Senza Terra)
Duca 1496 - 1497
Figlio di Ludovico, fratello di Amedeo IX. Ereditato il ducato, sposa Margherita di Borbone, poi Claudina di Bretagna. Figli dalla prima moglie: Carlo II, Filiberta (che sposa Giuliano II dei Medici), Filippo (poi Duca di Nemours - ne inizia il ramo); dalla seconda nessuno; da Libera Portoneri un figlio naturale, Renato (il Gran Bastardo) che inizia il ramo di Tenda.
FILIBERTO II
Duca 1497 -1504
Figlio di Filippo II e di Margherita di Borbone. Sposa prima, Iolanda Ludovica di Savoia (figlia di Carlo I di Savoia), poi Margherita d'Austria figlia dell'Imperatore. Senza figli, la discendenza passa al fratello Carlo II.
CARLO II (II)
Duca 1504 - 1553
Figli di Filippo II e Claudine, sposa Beatrice del Portogallo. Figlio: Emanuele Filiberto.
EMANUELE FILIBERTO
Duca 1553 (59) - 1580
Figlio di Carlo II e di Beatrice. Sposa Margherita di Valois, figlia del re di Francia Francesco I. Oltre a vari figli naturali, Carlo Emanuele I.
CARLO EMANUELE I
Duca 1580 - 1630
Figlio di Emanuele Filiberto. Sposa Caterina, figlia di Filippo II re di Spagna. Figli 10: fra i quali Vittorio Amedeo I, Margherita (che sposa Francesco IV Gonzaga di Mantova), Isabella (che sposa Alfonso d'Este duca di Modena), Tommaso Francesco (che dà vita al ramo dei Carignano - dove poi nel 1831 verrà ripescato dal lontano zio senza eredi Carlo Felice, Carlo Alberto.
VITTORIO AMEDEO I
Duca 1630 - 1634 (muore nel '37)
Figlio di Carlo Emanuele I, sposa Maria Cristina di Francia ("madame reale"), figlia del re di Francia Enrico IV. Figli: Francesco Giacinto, primo erede, infante (alla morte del padre la reggenza va alla madre Cristina, ma muore anche lui nel '37); Carlo Emanuele II, Margherita Iolanda (che sposerà Ranuccio II Farnese), Adelaide Enrichetta (che sposerà Ferdinando di Wittelsbach).
CARLO EMANUELE II
Duca 1634 - 1675
Figlio di Vittorio Amedeo I, fratello minore che subentra al maggiore morto, ma sempre sotto la reggenza di Cristina ("madame reale"). Sposa prima Francesca di Orleans, poi Maria Giovanna Battista di Savoia del ramo Nemours. Figlio: Vittorio Amedeo II.
RE DI SICILIA, POI DI SARDEGNA (1720 - 1861)
(Dal 1831 ramo Savoia-Carignano)
VEDI GLI AVVENIMENTI NEI SINGOLI PERIODI IN "RIASSUNTI"
VITTORIO AMEDEO II
Duca 1675 ('84) - 1732 - Re di Sicilia dal 1713
Figlio di Carlo Emanuele, infante subentra al padre, sotto la reggenza della madre Maria Giovanna. Maggiorenne nell'84 è Duca; dal 1713 al 1718 re della Sicilia, che però è scambiato con la Sardegna diventandone re dal 1720 al 1730 anno che abdica a favore del figlio. - Sposa prima Anna D'Orleans, poi Anna Canalis di Cumiana. Figli avuta da Anna: Maria Adelaide (che sposa Luigi duca di Borgogna e futura madre di Luigi XV re di Francia); Maria Luisa Gabriella (che sposerà Filippo V re di Spagna); Carlo Emanuele III.
CARLO EMANUELE III
Re di Sardegna 1730 - 1773
Figlio di Vittorio Amedeo II e di Anna d'Orleans, sposa prima Anna Cristina di Baviera, poi Polissena di Baviera d'Assia, poi Elisabetta Teresa di Lorena, sorella dell'imperatore Francesco I. Figli fra gli altri, Vittorio Amedeo III.
VITTORIO AMEDEO III
Re di Sardegna 1773 - 1796
Figlio di Carlo Emanuele III e di Polissena di Baviera-Assia, sposa Maria Antonietta di Borbone, figlia di Filippo V re di Spagna. Figli: Carlo Emanuele IV; Luisa Maria Giuseppina (che sposerà Luigi XVIII di Francia); Maria Teresa (che sposerà il successivo re di Francia Carlo X); Vittorio Emanuele I e Carlo Felice.
CARLO EMANUELE IV
Re di Sardegna 1796 - 1802 (deposto da Napoleone)
Figlio di Vittorio Amedeo III. Rifugiatosi in Sardegna, abdica in favore del fratello Vittorio Emanuele I. Sposato a Maria Clotilde Adelaide (sorella di Luigi XVI, XVIII e di Carlo X) non ha figli. Morirà nel 1819.
VITTORIO EMANUELE I
Re di Sardegna (1802-1821)
Figlio di Amedeo III, e fratello di Carlo Emanale IV, da quest'ultimo ha ricevuto il regno anche se solo parziale. Con la Restaurazione ritorna la sovranità anche in Piemonte, ma abdica a favore del fratello Carlo Felice.
Sposato con Maria Teresa d'Asburgo, ha sei figli, fra i quali: Maria Beatrice Vittoria (che sposerà l'arciduca d'Austria Francesco IV); Maria Cristina (che sposerà Ferdinando II re delle due Sicilie); Carlo Emanuele.
CARLO FELICE
Re di Sardegna 1821-1831
Figlio di Vittorio Amedeo III, riceve il regno dopo l'abdicazione del fratello Vittorio Emanuele I. Sposa Maria Cristina di Borbone-Napoli. Non ha figli, e nomina reggente il nipote Carlo Alberto, del ramo Carignano (discendente di Carlo Emanuele I, 1580-1630) che alla sua morte eredita il regno.
CARLO ALBERTO
Re di Sardegna 1831 -1849
Figlio di Carlo Emanuele di Carignano e di Maria Cristina Albertina di Sassonia. Sposa Maria Teresa di Toscana. Dopo la disastrosa battaglia di Novara, nel 1849 abdica a favore del figlio. Figli: Vittorio Emanuele, Ferdinando Maria Alberto duca di Genova (inizia il ramo Savoia-Genova); Maria Cristina.
RE D'ITALIA (1861 - 1946)
(VEDI GLI AVVENIMENTI NEI SINGOLI PERIODI IN "RIASSUNTI"
VITTORIO EMANUELE II
Re di Sardegna 1849-1861 - Poi Re d'Italia fino al 1878.
E' il I° re d'Italia, ma (?) conserva il II° del Regno Sabaudo Sardo
Figlio di Carlo Alberto, eredita il regno per abdicazione del padre nel 1849. Sposa Maria Adelaide D'Austria (+1855), ma inizia la relazione dal 1848 con Rosa Teresa Vercellana (la "Rosina" - Poi Contessa di Mirafiori e Fontanafredda) che sposerà in seguito (nel 1869) morganaticamente, e ha da lei 2 figli (Vittoria 1859-1909) e Emanuele Alberto (1851-1894)
Dalla prima moglie ha avuto: Maria Clotilde (che sposerà Giuseppe Napoleone- muore nel 1911); Umberto I (n.1844 +1900), Oddone (+1866); Maria Pia (n.1847+1911); Amedeo I (n.1845+1890).
(AMEDEO I inizia il ramo Savoia-Aosta; sposerà (1867) prima Maria del Pozzo della Cisterna; figli: Emanuele Filiberto (n.1869+1931) duca d'Aosta; Vittorio Emanuele (n. 1870+1946) duca di Torino; Luigi Amedeo (n.1873+1933). Dalla seconda moglie ebbe Umberto Maria (n.1889+1918) conte di Salemi).
UMBERTO I
Re d'Italia 1878-1900
Figlio di Vittorio Emanuele II, sale sul trono alla morte del padre nel 1878. Sposa la cugina di primo grado, Margherita di Savoia, orfana di Elisabetta di Sassonia e di Ferdinando Maria Alberto, duca di Genova, fratello di suo padre. Un unico figlio: Vittorio Emanuele III, che eredita il trono il 29 luglio 1900 all'assassinio del padre.ANNO 1900 L'ASSASSINIO DI UMBERTO I
RE VITTORIO EMANUELE III RE
1° Vittorio Emanuele II - 17/03/1861 09/01/1878 muore 2° Umberto I - 09/01/1878 29/07/1900 ucciso 3° Vittorio Emanuele III - 29/07/1900 09/05/1946 abdica 4° Umberto II 05/06/1944 Luogotenente del Regno 09/05/1946 11/06/1946 inst. Repubblica
Brevi note biografiche
Vittorio Emanuele I - Carlo Felice - Carlo Alberto - Vittorio Emanuele II
Umberto I - Vittorio Emanuele III
I Personaggi politici di questo periodo >>>>
Vittorio Emanuele I di Savoia(qui una più dettagliata biografia insieme a quella di Carlo Alberto)
Vittorio Emanuele I di Savoia (1759-1824), re di Sardegna (1802-1821), secondogenito di Vittorio Amedeo III, salito al trono nel 1802, all'abdicazione del fratello Carlo Emanuele IV. Fino alla caduta di Napoleone regnò sulla sola Sardegna poiché i suoi domini di terraferma erano stati annessi all'impero francese; gli furono restituiti integralmente, con l'aggiunta della Liguria, col secondo Trattato di Parigi nel 1815. Geloso della sua indipendenza, ma devoto alla reazione più gretta, piuttosto che concedere la Costituzione richiesta dagli insorti del 1821 abdicò a favore del fratello Carlo Felice. Aveva sposato nel 1789 Maria Teresa d'Austria-Este.
CARLO FELICE ....
di Savoia (1765-1831), re di Sardegna , undicesimo figlio di Vittorio Amedeo III e di Maria Antonietta Ferdinanda di Borbone-Spagna, fu viceré di Sardegna (con intervalli) dal 1799 al 1821, anno in cui in seguito all'abdicazione del fratello Vittorio Emanuele I, salì al trono facendo subito svanire tutte le speranze concepite dai patrioti piemontesi sotto la brevissima reggenza di Carlo Alberto. Reazionario convinto ed inflessibile sostenitore del "diritto divino" fu ostile ad ogni riforma politica e liberale e, dopo aver severamente colpito gli autori del moto rivoluzionario del '21, limitò le sue cure al campo economico, giudiziario (codice del '27) e militare (spedizione contro i pirati barbareschi di Tripoli del 1825).
Carlo Alberto...
...
di Savoia (1798 -1849) , figlio di Carlo Emanuele I di Savoia, sesto principe
di Carignano, e di Maria Cristina di Sassonia-Curlandia.
All'epoca della dominazione napoleonica in Piemonte, seguì i corsi di studio
a Parigi ed a Ginevra; nel 1814 Napoleone lo nominò sottotenente del Reggimento
Dragoni; caduto l'Impero poco dopo, fece ritorno a Torino ed ivi fu riammesso
nella famiglia reale benché guardato un po' con sospetto a causa delle sue simpatie
per la Francia.
(vedi qui LE
ORIGINI DI CARLO ALBERTO DI CARIGNANO-SAVOIA)
Nel 1821 Carlo Alberto ebbe una parte non molto chiara nei moti costituzionali avvenuti in Piemonte. Certamente egli era stato in contatto con i rivoltosi, ma all'ultimo momento pare si ritraesse mentre i congiurati, in buona o in mala fede, continuarono a contare su di lui.
Avvenuta l'abdicazione del re Vittorio Emanuele I (1821), Carlo Alberto divenne reggente ed accordò la Costituzione salvo l'approvazione del Re, cioè di Carlo Felice; questi invece disapprovò l'operato, chiamò gli austriaci in Piemonte, ed ordinò a Carlo Alberto di recarsi in mezzo alle truppe fedeli a Novara, il che egli fece senza esitare.
Caduto in sospetto per qualche suo atteggiamento non solo ai Carbonari che lo accusarono di tradimento e per i quali divenne l'"esecrato Carignano" (Berchet), ma anche a corte, si recò dapprima in esilio presso il suocero, Ferdinando III di Toscana, poi per riscattarsi prese parte alla repressione della rivoluzione liberale spagnola combattendo al Trocadero attirandosi in tal modo l'odio dei suoi antichi amici politici.
Nel
1831 alla morte di Carlo Felice salì al trono senza difficoltà (è leggenda o
verità che Metternich tramasse per escluderlo dalla successione); subito
dimostrò grande energia e rigore nel reprimere qualunque tentativo di rivoluzione
liberale. Si dedicò con alacrità al riordinamento dello Stato, risanando le
finanze, promuovendo lo sviluppo economico del Regno, riorganizzando l'esercito
e dando impulso alle riforme amministrative di cui le più notevoli furono l'istituzione
del Consiglio di Stato (organo giurisdizionale con il quale il sovrano veniva
in certo senso ad autolimitare la propria autorità) e la promulgazione di un
nuovo codice civile. In questa attività Carlo Alberto più che alle nuove idee
del secolo guardò alla tradizione settecentesca e solo in parte ripristinò la
tradizione amministrativa napoleonica che Vittorio Emanuele I e poi Carlo Felice
avevano abbandonato.
In politica estera si distinse per il sostegno dato alla causa del legittimismo
aiutando in Portogallo i miguelisti ed in Spagna i carlisti, parteggiando entrambe
le volte con i reazionari contro i liberali.
Pur nemico dell'Austria si alleò con essa nel 1831 per timore della Francia
di Luigi Filippo; tuttavia, dopo la crisi egiziana del 1840 (occasione in cui
l'Austria dimostrò la non volontà a soccorrere il Piemonte qualora fosse stato
attaccato dalla Francia) Carlo Alberto si staccò sempre più da Vienna senza
però agire in modo concreto, tormentato com'era da scrupoli religiosi.
Questi svanirono quando nel 1846 l'elezione di Pio IX sembrò dar corpo alla
concezione giobertiana di un papato conscio di una missione italiana.
Carlo Alberto aveva una sua teoria in base alla quale gli unici due sovrani
legittimi erano i Savoia ed il Pontefice: quando vide che quest'ultimo si schierava
contro l'assolutismo e contro l'Austria pensò fosse venuto il momento di divenire
la "spada d'Italia".
Cominciò appoggiando energicamente dapprima il Papa nel conflitto che questi
ebbe con l'Austria per l'occupazione di Ferrara (estate 1847) e quindi il Granduca
di Toscana nella controversia che questi ebbe con il Duca di Modena che era
appoggiato da Vienna (autunno 1847).
All'interno,accordò alcune riforme che l'opinione pubblica richiedeva ma solo
dopo che Ferdinando II di Napoli ebbe promesso la Costituzione (29 gennaio 1848)
egli pure promise di accordare la sospirata carta costituzionale ai suoi sudditi
(8 febbraio 1848). La promessa fu adempiuta il 4 marzo successivo, non senza
crisi di coscienza e ondeggiamenti (non fu chiamato "re tentenna"
per nulla). La Costituzione, chiamata Statuto Albertino, era ricalcata sulla
carta francese del '30 e non instaurava il governo parlamentare ma quello costituzionale
(quindi senza responsabilità dei ministri dinanzi alle Camere).
Due giorni dopo la creazione del ministero "costituzionale", affidato
a Balbo, scoppiava a Milano il moto rivoluzionario noto con il nome di Cinque
Giornate. Sotto la pressione degli avvenimenti e dopo nuove, sia pur brevi incertezze,
Carlo Alberto decise l'intervento armato contro l'Austria. La guerra, condotta
personalmente dal re, dopo alcuni successi iniziali, finì con la grave rotta
di Custoza cui seguì la battaglia di Milano ed il rientro dei piemontesi nelle
terre del regno sardo.
La sconfitta, originata da varie cause, tra cui l'incapacità del re come comandante
supremo, originò gravi ma infondati dubbi sulla sua lealtà. Alcuni, memori del
1821, arrivarono addirittura ad insinuare che Carlo Alberto si fosse fatto battere
apposta dagli austriaci (per così essere "costretto" a ritirare
lo Statuto). In realtà il re non solo lasciò che fino al luglio del 1848 il
governo restasse parlamentare, ma tollerò che venissero revocati dal loro impiego
pubblico militari e civili che l'opinione pubblica giudicava avversi al nuovo
regime ed alla fine dell'anno chiamò al governo i democratici con Gioberti alla
testa.
Addirittura si oppose al piano di questi, di intervenire in Toscana per abbattervi
il governo democratico di Guerrazzi e restaurare quello del granduca Leopoldo
II preferendo licenziare il ministro e riprendere, come voleva l'opinione pubblica,
la guerra contro l'Austria benché fosse convinto nel suo intimo dell'enorme
difficoltà dell'impresa e dovesse rinunciare ad essere il comandante supremo
dell'esercito, carica alla quale fu chiamato un esule polacco, Wojciech Chrzanowski,
che dava assicurazione all'opinione pubblica se non delle sue capacità militari
della sua rettitudine politica.
La breve campagna si risolse in tre giorni con la disastrosa battaglia di Novara
(23 marzo 1849): Carlo Alberto abdicò il giorno stesso in favore del figlio
Vittorio Emanuele II, ritirandosi in Portogallo, a Oporto, ove morì poche settimane
dopo (28 luglio) sia per malattia riacutizzata dopo le fatiche dell'ultimo anno,
sia per lo strapazzo terribile del viaggio da Novara ad Oporto, compiuto quasi
senza sosta.
La sua rapida fine suscitò attorno a lui un alone di benevola simpatia di cui
non aveva mai goduto quand'era in vita e tale corrente è andata crescendo fino
al punto da rasentare l'agiografia dei santi ""martire di Oporto")
Figura complessa si trovò a vivere in un periodo di transizione senza avere
programmi ben definiti salvo l'odio per l'Austria, il rispetto per la Chiesa
ed il desiderio di espandere i domini della sua casa. Alle naturali titubanze
di cui vive nei periodi di trapasso da una forma politica all'altra (ed in questo
ebbe compagni anche Leopoldo II di Toscana, Ferdinando II di Napoli, ed altri)
aggiunse ulteriori dosi d'incertezza derivanti dalla sua natura e dalla sua
disgraziata giovinezza; è alla luce di queste considerazioni che si possono
spiegare molti suoi atteggiamenti che gli valsero odi inestinguibili (lo stesso
Berchet si ricredette) ed il carducciano appellativo di "Italo Amleto".
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Vittorio Emanuele II
VEDI QUI IN DETTAGLIO CRONOLOGIA DI UN REdi Savoia (1820-1878), primogenito di Carlo Alberto di Savoia-Carignano e di Maria Teresa d'Asburgo-Lorena.
Allo scoppio della prima guerra d'indipendenza (1848) seguì l'esercito, al comando di una divisione di riserva. Alla battaglia di Goito (30 maggio) guidò personalmente all'assalto la brigata Guardia, rimanendo ferito. Dopo la battaglia di Novara e l'abdicazione di Carlo Alberto (23 marzo '49) si trovò di colpo sul trono di Sardegna, in un momento difficile per il Paese e con lui stesso impreparato nelle cose di governo, che il padre non gli aveva mai trasferite. Per l'impossibilità a continuare la guerra Vittorio Emanuele II dovette subito firmare l'armistizio di Vignale (24 marzo '49) con il maresciallo austriaco Radetzky.(vedi gli eventi a partire dall'anno 1848, in CRONOLOGIA)
Se l'esercito era stato duramente provato dalla sconfitta non migliore era la situazione interna del regno, scosso anche da una sommossa repubblicana a Genova (aprile '49) repressa nel sangue. La maggior difficoltà politica era costituita dall'ostilità della Camera dei Deputati, a maggioranza democratica, a ratificare il trattato di pace con l'Austria. Vittorio Emanuele II, per superare l'opposizione della Camera, raggiunse l'estremo limite della correttezza costituzionale (ma lo aveva promesso agli austriaci e questi erano acquartierati ad Alessandria) emanando quel proclama di Moncalieri (20 novembre '49) con il quale scioglieva la Camera ed indiceva nuove elezioni (promuovendosi però presso i nobili proprietari terrieri). L'appello reale conseguì il suo effetto ed il Piemonte, firmata la pace con l'Austria, poté dedicarsi alla soluzione dei grandi problemi interni, primo fra tutti il consolidamento del regime costituzionale.
Vittorio Emanuele II era propenso ad esercitare l'autorità regia fuori dai limiti dello Statuto, ma diede poi prova di lealtà costituzionale promulgando quelle leggi Siccardi contro i privilegi del clero alle quali non era del tutto concorde. A ciò, tuttavia il monarca fu indotto anche dal fermo contegno del governo, presieduto da Massimo D'Azeglio. Nel novembre 1852 al D'Azeglio successe Camillo Benso conte di Cavour. (Il padre proprietario terriero (uscito indenne dalla varie "bufere" napoleoniche) oltre che amministratore di grandi proprietà, e successivamente capo della Polizia a Torino)
I rapporti di Vittorio Emanuele II con Cavour non furono sempre cordiali né facili, poiché il grande ministro, pur devoto alla monarchia, non esitava ad esporre al re i suoi punti di vista, non sempre concordi con quelli del sovrano (anche nella sua vita privata), ma nelle sue linee il re seguì costantemente (pur con molti contrasti) la politica del Cavour, nel desiderio di restaurare la fama del suo esercito e del suo Regno, come nel caso dell'intervento in Crimea.
Per aumentare il prestigio ed i domini della sua casata approvò l'Alleanza con Napoleone III, con il quale il re sabaudo condivideva un certo gusto per la politica segreta con l'ex carbonaro.
Gli anni più favorevoli al regno di Vittorio Emanuele furono quelli dal '59 al '61. Partito in guerra contro l'Austria nell'aprile del '59, meno di due anni dopo era acclamato re d'Italia da un Parlamento italiano. Certamente, alla rapida ascesa del monarca, contribuì l'opera di Cavour e di Giuseppe Garibaldi (rapporti molto ambigui con quest'ultimo) che, con la spedizione dei Mille, gli donò il grande regno meridionale; ma si deve riconoscere che in quegli ultimi anni decisivi Vittorio Emanuele II fu risolutamente (!?) con la causa dell'unità nazionale.
La terza guerra di indipendenza (1866) portò alla corona il Veneto, ma senza quella vittoria militare che il re desiderava. Inoltre al compimento dell'unità italiana mancava ancora Roma.
Quando nell'estate del '70 scoppiò la guerra franco-prussiana, Vittorio Emanuele II era più propenso di accorrere in aiuto a Napoleone III, l'antico compagno d'armi e di intrighi di dieci anni prima, ma si piegò alla volontà dei suoi ministri che vollero cogliere l'occasione propizia per scendere su Roma.
A Roma si recò anche il re, ma come si era trovato spaesato a Firenze, dove era stata portata la capitale in seguito alla Convenzione di Settembre (1864), così si trovò a disagio a Roma. Non soggiornò mai al Quirinale preferendo ritirarsi in una residenza più modesta, con la moglie morganatica Rosa Vercellana (la bella "Rosina", che il Re -sposato e con figli- mise incinta, quando la bella esuberante contadinella aveva 14 anni, dopo averla fatta rapire) poi divenuta contessa di Mirafiori. (Cavour fu sempre indignato e ostacolò furiosamente questo rapporto; e altrettanto indignati i parenti di sua moglie e madre entrambe austriache).
Concluso il periodo del Risorgimento, il re era in un certo senso un sopravvissuto, rispetto a tanti altri protagonisti. Nel 1876 vide allontanarsi dal governo per contrario voto parlamentare la Destra Storica dalla quale erano usciti i suoi ministri più abili ed i suoi più fidati consiglieri. Ossequiente alle indicazioni del Parlamento, chiamò al governo la Sinistra. Ciò avveniva nell'anno della sua morte, nel 1878.
Lasciò il regno al figlio UMBERTO I. - Vedi i singoli ANNI o i RIASSUNTI
(vedi biografie e fatti nei vari riassunti dei singoli periodi).
(per VITTORIO EMANUELE II, vedi anche CRONOLOGIA DI UN RE
oppure DA VITTORIO EMANULE I a VITTORIO EMANUELE II
I SAVOIA: UN VIVAIO DI PULZELLE PER I REGNANTI D'EUROPAma anche il giudizio storico (soggettivo) di DENIS MACK SMITH - I SAVOIA RE D'ITALIA
vedi lettere LETTERE DI NAPOLEONE III, DEL RE, E DI MAZZINI AL RE
breve biografia-cronologica di VITTORIO EMANUELE III